
Street Art
Prato e la Street Art, un felice incontro fra l’anima contemporanea della città e l’arte libera da schemi che per mostrarsi preferisce la strada e i luoghi pubblici, alle sale dei musei e alle gallerie.
LA FABBRICA A PEDALI
Il percorso può partire dalla stazione di Porta al Serraglio dove s'incontra il murales dell’artista Yuri Romagnoli "La fabbrica a pedali" che ha voluto rappresentare una storia illustrata della tradizione tessile pratese dove ha immaginato una fabbrica tessile alimentata dalla forza a pedali. Bici modificate che creano energia pulita e fanno funzionare i telai e le varie attrezzature per il confezionamento di abiti. Una metafora della forza lavoro che fa crescere, tutta insieme, l’economia della città.
A VERY LONG STORY
Su lato opposto alla stazione, nel sottopasso che porta in Viale Galilei, si può vedere “A very long story“ dello street artist italiano Blu, uno dei più apprezzati a livello internazionale. L’opera è un vero e proprio racconto a tappe dell’evoluzione dell’essere umano, dai primi microrganismi all’uomo in carne ed ossa. L’artista non risparmia una critica velata alla società contemporanea e rappresenta gli ultimi esseri umani dell’opera con armi e fucili. Il murales risulta un po’ consumato dallo smog e dal trascorrere del tempo, visto che sono passati ben dieci anni dalla sua ultimazione. Nel pieno rispetto delle logiche della street art Blu ha rifiutato ogni possibilità di restaurare l’opera, poiché nel suo stesso concepimento era prevista una morte da deterioramento progressivo.
DEM
Un più recente murale ha trovato casa sulle mura della ex fabbrica Calamai su commissione del Teatro Metastasio. L’opera è stata realizzata da Dem, famoso street artist lombardo. Il murale è ben visibile dalla pista ciclabile che costeggia Viale Galilei. L’opera si ispira a figure mitologiche e fantastiche, che mescolano esseri umani, animali e piante e rappresenta la complessità della città di Prato e che raccontano Prato e i suoi profondi mutamenti, partendo dalla storia (l’Etrusco sotto la luna piena), passando per la Donna Cinese, che rimanda alla grande comunità cinese di Prato, per l’Uomo Albero che indica l’attaccamento alla natura e per il Danzatore Afro Sudamericano, simbolo delle rispettive comunità, fino ad arrivare all’ultima figura, l’Inimmaginabile, ovvero un futuro auspicabile dove i vari elementi si fondono per dare vita a qualcosa di nuovo. Questa ultima figura infatti richiama, nella forma e nei motivi, tutte quelle che la precedono ed in mano tiene un cartello con scritto “MET” (che sta, appunto, per Metastasio).
Un altro lavoro di Blu si trova appena fuori dalle mura del centro, nei pressi di Piazzale Nenni, dove Blu ed Ericailcane, un collettivo molto produttivo, hanno realizzato un murales che ha come soggetto un corpo umano letteralmente diviso a metà, le cui interiora sono manipolate da un uccello meccanico. Inquietante ma d’effetto!
Le opere che abbiamo descritto sono solo una piccola parte; altre e non meno belle, si trovano al Bastione delle Forche, ad Officina Giovani, in Via Flaminio Rai, ai Giardini della Passerella, ecc…. Chi ama quest’arte può andare a spasso per la città e sicuramente non resterà deluso.