
Le opere d’arte che puoi vedere a Prato (senza entrare in un museo)
Ai piedi di Palazzo Pretorio in piazza del Comune, di fronte alla fontana del Bacchino è possibile ammirare il “Prometheus Strangling the Vulture II” di Jacques Lipchitz: il museo pratese conserva un consistente nucleo di opere dello scultore lituano, costituito da 21 sculture in gesso, un bronzo e da 43 disegni donati nel 2013 dalla Fondazione Jacques e Yulla Lipchitz e da Hanno Mott.
Si tratta di uno dei simboli della città: è la “Forma squadrata con taglio” realizzata da Henry Moore e posta al centro di piazza San Marco. L’opera di marmo ha una forma a serratura, come a essere la porta d’accesso alla città, tra il passato e il presente. Altra possibile relazione tra l’oggetto e la città è la posizione del taglio netto in basso: il centro storico di Prato, infatti, presenta un taglio netto analogo, viale Piave, al centro del quale si trova la scultura. Il viale fu creato incidendo la carne viva del tessuto medievale, porta San Marco compresa.
Nei pressi di Porta Frascati, adagiata sulle mura del centro storico c’è il “Mazzocchio”, installazione realizzata da Ben Jakober e Yannick Vu. L’opera, realizzata in tubi di acciaio, rappresenta la figura che divideva in due gli artisti a fine del ‘400: quelli che riuscivano a disegnare in prospettiva e quelli che non lo sapevano fare. Si cimentò ripetutamente nell’impresa Paolo Uccello, autore anche di pregevolissimi affreschi nella Cattedrale di Prato. Il Mazzocchio rappresentava uno dei solidi più difficili da rappresentare in questo modo. Dalle schematizzazioni geometriche di Paolo Uccello nasce l’opera contemporanea pratese, definita dai critici “un’allegoria del concetto di esattezza”.
Nell'area Campolmi da settembre 2018, si può ammirare Waterbones Climbing in Transition State di Loris Cecchini, una scintillante struttura che si arrampica sulla parete del muro a fianco della Biblioteca Lazzerini.
Di fronte al Centro Pecci, in viale della Repubblica si trova l’opera “Exegi Monumentum Aere Perennius”, realizzata da Anne e Patrick Poirier, altro simbolo dell’arte cittadina. La struttura rappresenta “l’altalena della civiltà” e lo sconvolgimento delle fondamenta che viviamo del nostro periodo storico, sconvolto su scala planetaria.
In piazza Santa Maria in Castello (soltanto con il buio) è possibile ammirare la “Grande Sognatrice” di Fabrizio Corneli, un’installazione di luce e ombra davvero suggestiva realizzata nel 2014 nell’ambito della manifestazione “Prato Contemporanea”.
Un'altra opera recente che merita di essere vista è "L'anello mancante della catena che non c'è 1989-2018" realizzata dall'artista Marco Bagnoli, collocata al centro della piazza Ciardi con funzione di fontana.
Spostandosi in provincia, il parco Quinto Martini di Seano, un museo a cielo aperto, ai piedi del Montalbano. In quest’area sono ambientate oltre trenta statue godibilissime in bronzo donate dall’artista, nato a Seano nel 1908 (scomparso nel 1990), in un suggestivo rapporto coi verdi rilievi collinari che fanno da cornice al parco. Ma il rapporto con la propria terra di origine è già stato nelle opere stesse dello scultore, definito un “romanico dei nostri giorni”.